19 MARZO 2023

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NOTIZIA DI CRONACA

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19 MARZO 2023 - 11:57


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FERRARA: 15enne morì in incidente stradale, chiuse indagini per sei persone

Conclusi gli accertamenti per i sei indagati per la morte del 15enne di Granarolo (Bologna), Marco Lelli Ricci, avvenuta in seguito ad un incidente stradale il 3 aprile del 2022 sul territorio comunale di Cento (Ferrara), in via Nuova, quando l'auto su cui viaggiava insieme ai genitori finì nella voragine di un cantiere. Al termine di una serie di consulenze, come riporta Il Resto del Carlino, nei giorni scorsi è stato notificato a tutti gli interessati l'avviso di chiusura delle indagini preliminari. Il pm Fabrizio Valloni a tutti contesta l'omicidio stradale in concorso, anche se con vari distinguo nelle motivazioni. Per il padre del 15enne, alla guida dell'auto, si tratterebbe di una responsabilità legata alla velocità tenuta nell'entrare nel tratto di strada in avvicinamento al cantiere, che sarebbe stata superiore di 30 chilometri orari rispetto al limite di 50, sottolinea il quotidiano. Per la ragazza alla guida dell'auto la cui targa era stata rinvenuta dai carabinieri vicino alla voragine in cui è precipitata la macchina con a bordo il 15enne, invece, si farebbe riferimento all'aver urtato la recinzione a protezione dello scavo nelle ore precedenti l'incidente, senza essersi poi adoperata per il ripristino. Fine indagine anche per due funzionari della Provincia, ente proprietario della strada e appaltante dei lavori di rifacimento di un ponticello su via Nuova, e per i due responsabili dell'azienda che stava eseguendo le opere. La madre e il fratello della vittima, sono parti offese. Il 15enne era una promessa del basket. Era cresciuto cestisticamente nel settore giovanile della Virtus Pallacanestro Bologna, per poi passare alla Granarolo Basket Village. 




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

BOLOGNA: Omicidio Matteuzzi, l'investigatore privato, “L'ex era ossessivo”

A novembre 2021 Giovanni Padovani aveva cercato di assumere un investigatore privato per far controllare la compagna Alessandra Matteuzzi, la donna di 56 anni che il 23 agosto 2022 avrebbe poi ucciso sotto casa a Bologna, in via dell'Arcoveggio. A contattare la squadra mobile che ha indagato sul delitto è stato lo stesso investigatore, a fine agosto, dopo aver letto sui giornali dell'omicidio, riferendo di alcune richieste "ossessive" e "che rasentavano talvolta l'assurdità" che il 27enne Padovani gli fece. La sua testimonianza è agli atti dell'inchiesta: la prima udienza del processo è fissata il 3 maggio davanti alla Corte di assise, per omicidio aggravato da premeditazione, stalking, futili motivi e legame affettivo. "Fin dall'inizio - ha raccontato l'investigatore - mi telefonava con grande insistenza, circa 10-15 volte al giorno, anche in orari notturni, pretendendo di avere ragguagli in tempo reale sugli spostamenti di Matteuzzi" per avere "conferme sulle indicazioni che lei gli forniva al telefono". L'investigatore ha spiegato alla polizia di aver lavorato per Padovani solo tre giorni e poi di aver interrotto, visto il suo comportamento che "era davvero eccessivo, direi ossessivo, tanto che più di una volta gli ho riferito che le sue richieste non corrispondevano al nostro modo di lavorare. A questi miei richiami Padovani insisteva, talvolta quasi implorandomi di aiutarlo ad escludere i suoi sospetti". Tra le richieste, anche quella di verificare la conformità dei luoghi che Alessandra pubblicava sui social e di andare dove lei lavorava e fare un video all'interno del bagno "così che lui potesse verificare la corrispondenza dei luoghi". L'investigatore ha detto anche di non aver rilevato un potenziale pericolo che potesse far ipotizzare l'accaduto, ma di aver pensato che le richieste, esagerate, fossero motivate da una insicurezza.